Oggi Scomparve: Giuseppe Di Vagno

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Giuseppe Di Vagno
25 settembre 1921
Mola di Bari - Conversano, Bari - Italia
Fu un domenica di 104 anni fa
Aveva 32 anni
Nacque il
12 aprile 1889
Conversano, Bari - Italia
Fu un venerdì di 136 anni fa
(A cura di Antonino Fleres)
http://fondazione.divagno.it/
Politico.
Nacque da una famiglia agiata di piccoil proprietari terrieri (i genitori: Leonardo Antonio Di Vagno e Rosa Rutigliano), frequentò il liceo presso il Seminario di Conversano e poi la facoltà di giurisprudenza a Roma ove si laureò nel 1912. Iniziò quindi a scrivere per alcuni giornali e contemporaneamente ad interessarsi politicamente ed attivamente dei problemi del popolo contadino ed operaio. Nel 1914 fu Consigliere Provinciale e, durante la prima guerra mondiale, a causa della sua attività anti interventista, fu confinato in Sardegna.
Finita la guerra, tornò in Italia e divenne il primo Deputato socialista (eletto nel 1921 per la lista Socialisti Unitari) al Parlamento Nazionale. La sua era una idea di libertà, di pace, di democrazia, di giustizia e di solidarietà; non per nulla si autodefinì il portavoce dei "pezzenti e diseredati" del sud e nel nome di questi riuscì ad ottenere, dal Governo di Giovanni Giolitti di allora, l'approvazione per la costruzione dell'Acquedotto Pugliese. Per la sua indole pacifica, pacifista ma determinata, ed anche per la sua statura e corporatura erculea, si guadagnò, da Filippo Turati, l'appellativo de il "Gigante Buono".
Dopo vari attentati alla sua persona, tutti falliti, tra cui quello del 30 maggio 1921 ove venne ucciso (forse per errore) Cosimo Conte, fu vigliaccamente colpito, la sera del 25 settembre 1921, al termine di un comizio elettorale tenuto a Mola di Bari, in Piazza XX Settembre, con tre colpi di pistola sparatigli alla schiena da (presumibilmente) Luigi Lorusso che faceva parte di un gruppo di circa venti "squadristi" fascisti (camicie nere) capitanati da Giuseppe Cadorna. Morì poche ore dopo. In Italia, a quel tempo, i delitti squadristi si contavano già a centinaia, ma quella fu la prima volta che venne assassinato un Deputato del Parlamento Italiano.
Fu a causa dell'amnistia, voluta da Benito Mussolini, denominata "crimini in favore dello stato fascista" (decreto Ovidio del 1923) ma anche alla successiva amnistia messa in atto da Palmiro Togliatti del 1947 (poiché la Corte di Cassazione giudicò la morte del socialista Giuseppe Di Vagno come omicidio preterintenzionale (cioè senza premeditazione)) che mandanti ed esecutori dell'omicidio, pur essendo stati individuati e processati, non pagarono mai completamente per quel delitto.
Dagli anni del dopo guerra in poi, molte strade e piazze furono a lui intitolate ed ancor oggi si celebrano alte commemorazioni in sua memoria.
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