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Almanacco del giorno 9 maggio:

Oggi Nacque: Francesco Baracca

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Francesco Baracca
09 maggio 1888
Lugo di Romagna, Ravenna - Italia
Fu un mercoledì di 137 anni fa

Scomparve il
19 giugno 1918
Monte Montello, Treviso - Italia
Fu un mercoledì di 107 anni fa
Aveva 30 anni

(A cura di Antonino Fleres)

 

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Pilota dell'aviazione militare.
Iniziò la carriera militare nel 1907 divenendo prima sottotenente, quindi maggiore di Cavalleria. Poi, chiese e ottenne di conseguire il brevetto di pilota dell'aviazione frequentando nel 1912 un corso a Reims in Francia. Nel frattempo iniziò la guerra del 1915 e, Francesco Baracca iniziò le prime missioni come aviatore. Il primo successo fu del 7 aprile 1916. Ne seguirono molti altri: 34, dei quali 18 conseguite da solo. L'ultima missione ebbe luogo il 19 giugno 1918: non tornò più poichè fu colpito alla testa da un fante nemico. Da quando iniziò a volare ebbe molte onoreficenze e medaglie al valore. Dopo le prime vittorie in volo scelse un cavallino rampante (simile allo stemma araldico del suo ex reggimento di cavalleria - o forse simile al simbolo di Stoccarda preso dall'aereo di un nemico abbattuto) quale emblema della sua squadriglia, lo stesso che, il 17 giugno 1923, un certo Enzo Ferrari, per dono della mamma di Francesco, contessa Paolina Biancoli (gli disse: metta nelle sue auto il cavallino rampante di mio figlio. Le porterà fortuna), utilizzò per le sua nuova scuderia di autovetture da corsa.

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Oggi Scomparve: Aldo Moro, Peppino Impastato

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Aldo Moro
09 maggio 1978
Roma - Italia
Fu un martedì di 47 anni fa
Aveva 62 anni

Nacque il
23 settembre 1916
Maglie, Lecce - Italia
Fu un sabato di 109 anni fa

(A cura di Antonino Fleres)

 

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Docente, politico.
Laureato in giurisprudenza, attivo della Resistenza ed antifascista, dopo un periodo di docenza ed attività politiche locali, nel 1946 venne eletto all'Assemblea Costituente. Dal 1948 ricoprì importanti cariche di governo: fu sottosegretario, ministro, segretario generale della Democrazia Cristiana (il suo partito) e capo del Governo. Aldo Moro fu un ideatore del Compromesso storico, ossia quella fase di apertura verso il PCI da parte della DC che fino a quel periodo aveva governato senza rivali. Fu anche per questo che il 16 marzo 1978 fu rapito dalle Brigate Rosse in via Fani mentre si recava al Parlamento. La prigionia durò 55 giorni e si concluse, purtroppo, con la sua uccisione.

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Peppino Impastato
Giuseppe Impastato
09 maggio 1978
Cinisi, Palermo - Italia
Fu un martedì di 47 anni fa
Aveva 30 anni

Nacque il
05 gennaio 1948
Cinisi, Palermo - Italia
Fu un lunedì di 77 anni fa

(A cura di Antonino Fleres)
http://www.peppinoimpastato.com/

 

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Attivista politico, giornalista, conduttore radiofonico.
Iniziò giovanissimo, quand'era ancora uno studente del Liceo Classico di Partinico, ad avvicinarsi alla vita politica, come egli stesso scrisse, per motivi "emozionali". Infatti, la sua famiglia era inserita negli ambienti mafiosi: sia nella figura di suo padre, Luigi Impastato, che era capo di un piccolo clan locale e membro di uno più grande, sia nella figura dello zio (marito di una sorella di Luigi) Cesare Manzella, capo della "Cupola" di "Cosa Nostra" negli anni '60. Quando Cesare Manzella fu assassinato con un'autobomba (misero il tritolo nella sua Alfa Romeo Giulietta) il 26 aprile 1963, sia Peppino Impastato che il fratello Giovanni (quindicenne l'uno e dieci anni l'altro - che furono portati a vedere il luogo dell'attentato), ne furono molto colpiti. Peppino disse: "Se questa è la Mafia, io per tutta la vita mi batterò contro". Iniziò proprio lì la sua voglia di ribellione contro la Mafia, la Società corrotta in generale ed anche contro la sua stessa famiglia di origine.
A 17 anni approdò al PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) e fondò, insieme ad alcuni amici il giornale locale "L'Idea Socialista". Il giornale fu presto chiuso perché Peppino spesso scriveva dei rapporti tra Mafia ed Istituzioni Locali. Il padre Luigi, in quel periodo e per ovvi motivi, iniziò a "cacciarlo" di casa; la mamma Felicia Bartolotta ed il fratello Giovanni, però, non lo lasciarono mai da solo.
Dopo due anni lasciò il PSIUP e, nel 1968 divenne dirigente di alcuni gruppi di "Nuova Sinistra" e fu attivista di molte lotte proletarie a favore dei ceti più deboli spesso oppressi e sfruttati.
Pur non definendosi un "leader", Peppino riuscì a radunare presso di sé un grande seguito di persone che, come lui, amavano vivere ed inseguire ideali di giustizia e libertà. Fu così che nel 1975 fondò a Cinisi un'associazione, il circolo "Musica e Cultura", che promuoveva ed organizzava attività ed eventi culturali e musicali. Nel 1977 aprì, sempre a Cinisi, una radio: "Radio Aut". Sia con il Circolo che con la Radio, Peppino Impastato portò avanti una grande azione di denuncia contro la Mafia, segnalando continuamente, con mostre, articoli e spettacoli radiofonici satiri, le angherie mafiose contro le persone e contro il territorio di Cinisi. In particolare, con la Radio, Peppino si cimentava in "scenette satiriche" che prendevano in giro soprattutto il CapoMafia locale Gaetano Badalamenti. Questi, non potendo accettare lo scherno pubblico, convocò il padre Luigi dicendogli che Peppino doveva essere "drasticamente fermato". Luigi si oppose dando tutta la protezione possibile al figlio e, al rientro di un breve viaggio negli USA (vi andò per cercare protezione e sostegno), venne assassinato, investito da un'automobile. Era il 19 settembre 1977.
Pur distrutto dal dolore e consapevole del grande pericolo, non rinunciò alla sua lotta contro la Mafia e, nel 1978, Peppino si iscrisse nella lista di "Democrazia Proletaria" per le elezioni politiche di Cinisi ma, rimasto ormai senza la protezione del padre, venne bestialmente assassinato la notte del 9 maggio 1978, a soli 30 anni, qualche giorno prima del voto (che comunque lo vide eletto). Il mandante dell' attentato mafioso fu Gaetano Badalamenti detto Don Tano (sentenza dell'11 aprile 2002) ed il suo "luogotenente" Vito Palazzolo (sentenza del 5 marzo 2001). Non furono mai trovati gli esecutori materiali. Purtroppo, già il giorno dopo l'omicidio, fu anche quel ramo delle Istituzioni corrotte a depistare le indagini parlando di "suicidio" oppure di "incidente durante la preparazione di un attentato". Occorsero più di 20 anni per fare giustizia.

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